Festività e celebrazioni, in Calabria, sono appuntamenti di popolo che si
tramandano da generazione in generazione. Esse rappresentano l' "humus"
colturale religioso e profano nel quale si sono radicati, stratificandosi ed
evolvendosi, riti e manifestazioni di origine ellenica bizantina, francese e spagnola. In
questo intreccio parte, tutt'altro che secondaria, hanno le influenze di origine albanese
proprio per la mirabile reviviscenza culturale e linguistica che, anche in fatto di riti
celebrativi, gli arbëreshë di Calabria hanno saputo attuare nel corso degli ultimi
decenni.
Non è possibile qui tracciare, sia pure per brevi linee, un calendario dei riti e delle
feste. Sarebbe lunghissimo e, in ogni caso, non sarebbe esaustivo.
Basti pensare che ciascuno dei comuni della Calabria, e a volte anche piccole frazioni di
municipalità, ogni anno, celebrano il giorno del Santo Patrono con grandi feste popolari
che per molti emigrati rappresentano loccasione per un breve soggiorno nel paese
natìo.
Numerosissimi, inoltre, i centri grandi e piccoli, sia della Calabria costiera che di
quella montana, che dedicano un giorno di festività in onore della Madonna eletta a
protettrice di molte comunità.
Questa miriade di feste e di celebrazioni, rese ancora più uniche dalle specifiche
connotazioni assunte dagli addobbi, dalle luminarie, dalle fiere di paese, dai fuochi
dartificio che ne costituiscono la cornice, può essere incasellata in un
arco temporale annuo caratterizzato da tre ricorrenze principali: il Carnevale,
la Settimana
Santa (la Pasqua) e la Natività. A tali ricorrenze infine, si intrecciano le feste delle
comunità albanesi e grecaniche.