Si racconta che quando Ulisse approdò sulle coste di Temesa, un suo compagno,
Polite, usò violenza a una ragazza del luogo, provocando le ire dei suoi concittadini che
lapidarono lo straniero.
A causa del modo sommario con cui era stata fatta giustizia, l'ombra di Polite non trovò
pace e si vendicò esigendo dagli abitanti di Temesa un tributo in denaro, da pagare al
santuario eretto sopra la sua tomba.
Solo più tardi, quando la città venne conquistata dai Locresi, l'atleta Eutimo da Locri
sfidò in duello il fantasma di Polite e lo vinse, liberando la città dalle sue
vessazioni.
Il ruolo delta città di Temesa era legato all'estrazione e al commercio dei metalli di
cui era ricco il suo territorio, portando così a complessi e molteplici rapporti sia
economici che culturali tra gli indigeni, abitanti delle montagne in cui erano le miniere
e i mercanti greci, Temesa, la cui ubicazione è da identificarsi con l'area alla foce del
Savuto, fu sotto l'influenza di Sybaris sino alla data della sua distruzione (510 a.C.),
mentre dopo quella data sembra sia entrata nell'orbita di Kroton.
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