La tradizione mitica
Ulisse nei Mari d'Occidente.
Le origini delle città della Magna Grecia in terra calabra affondano le loro
radici nel cuore stesso della tradizione mitica. Dei ed eroi intervengono nella
fondazione, guidano il cammino dei guerrieri nelle rotte del Mediterraneo, definendo le
sorti di battaglie e contese.
Per secoli marinai intraprendenti e uomini di avventura attraversarono il mare portando,
insieme alle mercanzie, la propria arte e la propria concezione del mondo. Il linguaggio
del mito racconta il lento cammino dell'uomo verso la conoscenza geografica di nuove
terre, verso la conoscenza di nuovi popoli.
Primo fra tutti fu l'épos di Omero a dare forma poetica alle esplorazioni degli
Elleni nel Mediterraneo Occidentale e già nel primo canto dell'Odissea si può leggere il
nome di una città greca di Calabria: Temesa.
La dea Atena, nascosta sotto le sembianze di un guerriero, racconta a Telemaco, figlio di
Ulisse, di essere in partenza alla volta di Temesa per scambiare con bronzo il suo carico
di ferro.
La città, il cui nome significa "fonderia", aveva infatti il controllo di
ricche miniere di rame.
Anche nel nucleo più antico dell'Odissea, i Racconti alla corte di Alcinoo, re dei Feaci,
si possono ripercorrere le tappe di una geografia mitica della Calabria, anzi, secondo
alcune interpretazioni, la reggia stessa di Alcinoo era situata nell'istmo compreso fra i
fiumi Amato e Corace, su quei lidi Ulisse fece naufragio per poi ripartire alla volta di
Itaca.
Omero
A seguire il filo di questa colonizzazione leggendaria sulle coste dello Jonio e del
Tirreno, fanno da guida nostoi, ovvero i "ritorni", racconti e poemi
delle avventure vissute sui mari da eroi greci e troiani dopo la caduta di Troia alla
ricerca di un approdo, di una nuova terra, di una patria.
A Temesa approdarono i discendenti di Naubalo; Menesteo, compagno di Ulisse, si fermò
alla foce del Corace per fondare Skylletion; l'arciere Filottete, dopo aver
combattuto sotto le mura di Troia, fece dono del proprio arco sacro al dio Apollo nel
tempio di Krimisa.
Attraverso l'Iliade, l'Odissea, i racconti dei nostoi, i miti di Eracle, i viaggi
degli Argonauti, si possono ripercorrere le tappe della storia stessa dell'umanità e
identificare gli elementi di una verità storica che ogni mito nasconde. Le antichissime
leggende di Giasone o i racconti delle fatiche di Eracle diventano lo strumento per
leggere fra le righe le vicende e gli avvenimenti entrati nel patrimonio comune di un
popolo; molta di questa storia si è svolta tra lo Jonio e il Tirreno calabresi, in quelle
città che faticosamente gli archeologi stanno riportando alla luce.
Oggi, ripercorrendo le coste della Calabria, fra i ruderi degli antichi edifici, fra le
cavee dei teatri, i popoli dei templi, è possibile farsi prendere, come i primi naviganti
elleni, dalla bellezza del paesaggio.
Le foci dei fiumi, le alte scogliere di Capo Spartivento e del Promontorio Lacinio, la
Rocca di Scilla, gli anfratti e le grotte di Praia a Mare, parlano il linguaggio antico di
una natura maestosa e forte e invitano i viaggiatori a guardarsi intorno con occhi meno
frettolosi.
Aiace Trasporta Il Corpo Di Achille